Dato che ogni anno milioni di persone nell’Unione europea diventano vittime di reati – solo nel 2017, circa 15 milioni di reati gravi, come l’omicidio, lo sfruttamento sessuale dei minori o la violenza sessuale, sono stati registrati nell’Unione europea – la Commissione europea ha adottato il 24 giugno 2020 per la prima volta in assoluto una strategia UE sui diritti delle vittime (2020-2025). Con questa strategia, l’UE vuole assicurare che tutte le vittime di un crimine possano contare pienamente sui loro diritti, indipendentemente dal luogo all’interno dell’UE o dalle circostanze in cui il crimine ha avuto luogo. Infatti, la strategia dell’UE sui diritti delle vittime 20-25 indica le azioni che saranno condotte dalla Commissione europea, dagli Stati membri e dalla società civile. Inoltre, la strategia presenta un duplice approccio, vale a dire l’empowerment delle vittime di reato e contemporaneamente la collaborazione per i diritti delle vittime.
La strategia si basa su 5 priorità
La prima priorità della strategia dell’UE è quella di avere una comunicazione efficace con le vittime e di fornire alle stesse un ambiente sicuro per denunciare il crimine. Infatti, spesso le vittime non sono informate circa i propri diritti, e le persone incaricate di informarle, spesso non sono abbastanza formate per farlo. Allo stesso tempo, la “sotto-denuncia” del crimine costituisce un altro grave problema. Solo circa un terzo delle donne che sono state abusate fisicamente o sessualmente, per lo più dai loro partner o parenti stretti, contattano le autorità. Ciò è dovuto alla paura dell’aggressore o ai rischi di conseguenze negative derivanti dalla partecipazione al processo giudiziario.
La seconda priorità è quella di migliorare la protezione e il supporto delle vittime più vulnerabili. Non tutte le vittime sono uguali, alcune sono più vulnerabili di altre e pertanto richiedono un’attenzione particolare, al fine di evitare la vittimizzazione secondaria, l’intimidazione e la ritorsione. Nell’ambito della strategia dell’UE, tutte le vittime con esigenze specifiche dovrebbero avere accesso a servizi di sostegno specializzati che si basano su un approccio integrato e mirato, che considera le necessità specifiche delle vittime, la gravità del danno subito, la relazione tra la vittima e l’autore del reato e la situazione delle vittime nel loro ambiente sociale più ampio.
La terza priorità della strategia dell’UE sui diritti delle vittime 20-25 è quella di facilitare l’accesso delle vittime al risarcimento. Sfortunatamente, in molti Stati membri, le vittime hanno difficoltà ad accedere al risarcimento e devono affrontare un processo lungo, spesso costoso e che richiede molto tempo in questi casi.
La quarta priorità riguarda il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento tra tutti gli attori interessati. Ciò richiede che tutti i soggetti rilevanti – vale a dire la polizia, le autorità giudiziarie, il personale dei tribunali, i servizi di supporto alle vittime, i professionisti e le autorità di risarcimento – lavorino insieme per garantire l’accesso delle vittime alla giustizia. Infatti, il coinvolgimento di tutti gli attori interessati è necessario per riconoscere e trattare in modo rispettoso, professionale, adeguato e non discriminatorio tutte le vittime.
Infine, la quinta priorità riguarda il rafforzamento della dimensione internazionale dei diritti delle vittime. A questo proposito, il Piano d’Azione sui diritti umani e la democrazia (2020- 2024), recentemente adottato, riafferma l’impegno dell’UE nel promuovere, proteggere e realizzare i diritti umani in tutto il mondo. Pertanto, l’Unione europea mira a garantire che gli elevati standard dei diritti delle vittime siano rispettati in tutti i contesti, anche nelle istanze internazionali.
L’implementazione dell’Ordine di Protezione Europeo (OPE) è interamente dedicata alle priorità del Piano d’Azione, assicurando che l’Europa possa essere un luogo sicuro per le vittime – sopravvissute alla violenza in ogni stato membro. Adesso il livello di applicabilità è affidato ai meccanismi legislativi nazionali in modo da garantire la massima protezione della vittima non solo nel paese ma anche in tutta Europa. Questo potrebbe essere un grande passo avanti per massimizzare la protezione delle vittime. Infatti, la direttiva sull’ordine di protezione europeo (OPE) è uno strumento di riconoscimento reciproco, che permette una protezione estesa alle persone in pericolo che viaggiano o si spostano verso un altro paese dell’UE. Queste misure di protezione nazionali includono il divieto di entrare in certi luoghi o aree definite, il divieto o il limite di contatto, o il divieto/la restrizione di avvicinarsi alla persona protetta più di una certa distanza. Tali misure di protezione sono molto importanti e, insieme alla strategia dell’UE sui diritti delle vittime, possono aiutare a proteggere le donne in caso di violenza da parte del partner intimo o domestica, molestie, stalking o aggressione sessuale.
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